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recensione i padroni
della notte
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Brooklyn, New York.
Gli anni ’80
sono agli sgoccioli,
ma la disco-music
impazza e il mercato
degli stupefacenti
è in pieno
boom. Bobby Green
(Phoenix) è
un uomo invidiabile:
ha un lavoro di responsabile
nel leggendario night
club “El caribe”,
una sexy fidanzata
portoricana di nome
Amada (Mendes) e amici
con cui condividere
notti folli e senza
limiti. Tuttavia,
anche Bobby ha i suoi
scheletri nell’armadio
e sono piuttosto ingombranti;
specie per chi, come
lui, ha la fortuna/sfortuna
di avere un padre
(Duvall) e un fratello
(Wahlberg) nel corpo
di polizia. La vita
per il rampante manager
scorre liscia e facile,
fino a quando chiude
non uno ma entrambi
gli occhi sui traffici
illeciti del russo
Vladimir, che spaccia
all’interno
del locale. E se le
cose cambiassero?
Era dal 2000, anno
di "The yards",
che il regista americano
James Gray non faceva
parla- |
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re di
sé.
Ora,
è
di nuovo
sulla
scena
mondiale
con
"I
padroni
della
notte",
presentato
al 60°
Festival
de Cannes
(2007)
nella
sezione
in concorso.
All’interno
di una
cornice
di genere
da tipico
film
poliziesco,
l’opera
si tinge
di tinte
fortemente
melodrammatiche.
I sobborghi
più
indigenti
di una
New
York
underground,
ovvero
il Bronx,
Manhattan,
Brooklyn
e Queens,
fungono
da perfetto
palcoscenico.
Due
i princi- |
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pali piani
d’azione:
quello dominato
dallo scontro
fra poliziotti
e la delinquenza
organizzata
e l’altro,
in cui giganteggiano
i conflitti
interiori
e le nevrosi
del protagonista.
In questa
sorta di dramma
biblico postmoderno,
assistiamo
alla redenzione
di Bobby,
figliol prodigo
che consapevolmente
comprende
di essere
sempre più
intrappolato
da un fato
inevitabile.
Quel destino
da cui, per
anni, era
riuscito a
fuggire sentendosi
protetto nel
locale di
Brighton Beach,
magari avvolto
in una nube
di fumo o
avvinghiato
al corpo della
sua calda
baby. Ma il
reinserimento
nel modello
patriarcale
comporta delle
scelte e il
dover dire
addio a stili
di vita e
giri d’amicizia.
Amada sarà
in grado di
sopportare
queste privazioni,
per restare
al fianco
del suo uomo?
Innegabili
alcune affinità
tra la pellicola
diretta da
Gray e un
classico di
Elia Kazan,
quale "La
valle dell’Eden".
Anche qui,
all’inizio,
vi è
un “piccolo
smidollato”
che si ribella
al padre severo
e rivaleggia
con un fratello
maggiore,
tutto intento
a soddisfare
le aspirazioni
del genitore.
Altri debiti
cinematografici,
lo spettatore
più
avveduto li
può
rivenire in
alcuni cult
statunitensi
degli anni
’70.
"I padroni
della notte",
in aggiunta,
ha altri assi
nella manica.
Prima di tutto,
vorticose
scene d’azione
che paralizzano
il pubblico
sulle poltrone;
vedasi a tal
senso l’inseguimento
tra automobili,
girato in
sostanza quasi
tutto attraverso
il punto di
vista del
personaggio
principale.
Secondo poi,
una colonna
sonora irresistibile
e nostalgica
con alla base
il sound d’alcune
famose rock
star degli
anni ’80
come David
Bowie, Gloria
Estefan e
The Clash.
Ciliegina
sulla torta:
una torrida
scena di sesso
al ritmo di
Heart of glass.
Mai tempi
morti, ma
ritmo e tensione.
Un ottimo
film.
(recensione
di Maria
Cristina
Caponi )
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padroni della
notte"! |
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